martedì, Marzo 19, 2024

REGIONE PUGLIA

EFFETTI ESPOSIZIONI AMBIENTALI SU POPOLAZIONE DI TARANTO, MASSAFRA, STATTE.

EMILIANO GORGONI FORASTIERE PRESENTANO LO STUDIO EPIDEMIOLOGICO

 Questa mattina il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, insieme con il direttore del Dipartimento Promozione della Salute Giovanni Gorgoni, il commissario AReS Giancarlo Ruscitti e il dirigente del Dipartimento di epidemiologia Regione Lazio Francesco Forastiere, ha presentato alla stampa lo Studio epidemiologico sugli effetti delle esposizioni ambientali sulla popolazione residente a Taranto, Massafra e Statte.

“Oggi presentiamo dati molto rilevanti – ha detto il presidente Emiliano –  e ringrazio tutte le istituzioni coinvolte, a cominciare dalla Regione Lazio, per la collaborazione. Vorrei evitare qualsiasi eccesso di allarmismo, anche perché semmai il nostro problema riguarda la capacità straordinaria di sopportazione della città di Taranto rispetto a una situazione che dura dal 1960. Finalmente abbiamo la possibilità, in prosecuzione del lavoro svolto presso l’autorità giudiziaria di Taranto, di continuare a seguire ciò che sta accadendo. Non abbiamo dunque lasciato all’autorità giudiziaria in esclusiva il compito di accertare, ma abbiamo fatto il nostro dovere, ciò che era necessario fare all’interno di una funzione generale preventiva e di analisi dei dati relativi alla salute”.

“Questi dati – ha continuato Emiliano – possono essere utili comunque la si pensi sull’attività di Ilva. Abbiamo soprattutto la possibilità di capire se esistono modalità compatibili di produzione con la salute umana. Alla Regione Puglia non spetta stabilire se l’attività debba proseguire o meno, ma abbiamo voluto comunque mettere a disposizione questo lavoro preziosissimo e unico nel suo genere”.

“Sempre oggi, nel corso di una Giunta straordinaria, valuteremo se impugnare dinanzi alla Corte costituzionale l’ultimo decreto Ilva. Inoltre il 10 ottobre a Taranto il Consiglio nazionale degli ingegneri ci consentirà di approfondire l’opzione del proseguimento attività di Ilva con un sistema produttivo differente da quello attuale”.

Emiliano ha quindi sottolineato che “senza questi dati che aggiornano e migliorano quelli che già avevamo, avremmo parlato sulla base di intuizioni ma non su elementi oggettivi. Da oggi possiamo parlare, anche per il periodo successivo alle contestazioni del processo di Taranto, sulla base di informazioni scientificamente inoppugnabili”.

“Il Presidente del Consiglio – ha aggiunto Emiliano – ha questo studio già da diversi giorni e adesso deve valutare cosa fare, essendo informato, e prendere le decisioni conseguenti. Non è una comunicazione come tutte le altre: questa è una comunicazione che ha effetto giuridico, da questo momento il Presidente della Regione e il Presidente del Consiglio hanno il dovere e il potere di adottare provvedimenti che servano, se in natura sono possibili, ad abbassare questi livelli di mortalità anomali, fuori scala”.

Emiliano ha poi elencato tutte le iniziative adottate nell’ultimo anno dall’amministrazione regionale che, lo ricordiamo, non ha potere di intervenire nella vicenda Ilva: “La prima cosa che abbiamo fatto nell’ambito delle competenze della Regione è stato realizzare questo Studio e trasmetterlo al governo. Il governo, laddove dovesse verificare delle situazioni anomale che determinano fattori letali per la popolazione ha l’obbligo giuridico di intervenire. Nel nostro ordinamento non impedire un evento che si ha l’obbligo di prevenire equivale a cagionarlo. Io non posso chiudere la fabbrica, non ho questo potere e non ce l’ha neanche più la magistratura perché sono intervenuti dei provvedimenti di legge che impediscono ai magistrati di agire come farebbero per qualunque altro impianto”.

“Altra cosa che possiamo fare come Regione – ha detto – è esaminare l’ipotesi di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale il decreto che impedisce alla magistratura di bloccare l’impianto, che secondo noi andrebbe bloccato alla luce di questi dati, fino a che non si sia in grado di funzionare senza pericolo. Perché se le curve di produttività corrispondono alle curve di mortalità, tertium non datum, la fabbrica va fermata o rallentata e vanno portati questi dati al minimo livello possibile. Noi, come Regione, continueremo a verificare questa corrispondenza tra mortalità e produttività”.

Il Presidente ha poi dichiarato che: “Un’altra cosa che faremo, e la Regione ha titolo per farlo, è la revisione dell’Aia. Già da qualche giorno ho dato indicazione all’Avvocatura regionale di istruire la richiesta. Se l’Aia venisse revocata sulla base degli elementi presentati oggi, ancora una volta, la fabbrica non potrebbe proseguire l’attività. Terza cosa che la Regione ha già fatto, è proporre al Governo un sistema produttivo alternativo.

La Regione Puglia non vuole entrare nella discussione se questa fabbrica sia davvero o no strategica per l’economia nazionale, è un giudizio che spetta al governo. E quest’ultimo la ritiene strategica. Però la produzione di acciaio strategica può essere realizzata con mezzi produttivi diversi dall’attuale. E per questo abbiamo inviato lo scorso dicembre al Presidente del Consiglio una proposta che prevede una modalità di produrre acciaio che non determini fattori di mortalità. Siamo in attesa di una risposta che ancora non arriva”.

“Qualunque dirigente di pubblica amministrazione – ha proseguito il Presidente – sa che se si dispone di dati che indicano una determinata procedura come fattore di mortalità e se si individua di un metodo diverso per fare la stessa cosa portando quei dati a zero, bisogna agire con rapidità. Siamo pronti a collaborare col Governo per agire con rapidità e limitare i danni. È incredibile che siano decorsi tre anni dall’impegno a lenire le emissioni attraverso “l’ambientalizzazione”, un termine che per me ormai non ha senso: la Corte costituzionale aveva detto che la costituzionalità del decreto era assicurata solo ed esclusivamente dal rispetto del termine prefissato, che non è stato rispettato ma prorogato”.

“C’è una situazione giuridica gravissima – ha concluso Emiliano  – rispetto alla quale l’intero Stato deve intervenire perché stiamo accumulando una serie di fattori di rischio giuridico di enorme portata. Il Presidente della Regione secondo il principio di leale collaborazione ha sottoposto questi dati al Governo. Ovviamente la collaborazione non può che avvenire attraverso una valutazione comune degli elementi. Se dopo più di un anno riuscissimo a fare almeno una riunione di lavoro con il Governo avente ad oggetto l’Ilva non sarebbe male. Perché purtroppo in una situazione così grave, non solo accumuliamo dati e analisi, ma non è ancora possibile avere un momento di confronto su dati di carattere oggettivo. Se il governo dovesse valutare che questo studio ha profili di irrilevanza e inconsistenza lo spiegherà, ma in questi casi il principio di precauzione prevede che l’autorità competente e che ne ha il potere, prenda i provvedimenti necessari che abbassino i fattori di rischio”.

“Ora i dati ci sono e sono molto aggiornati – ha aggiunto a margine il direttore del Dipartimento salute Giovanni Gorgoni – l’aggiornamento è al 2014, che per le regole dell’epidemiologia e della statistica è una data molto aggiornata. E’ frutto di un lavoro corale fatto anche al di fuori della Regione Puglia, dal dipartimento epidemiologico della Regione Lazio, dall’Arpa, dall’Ares, dal Csa e dal dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto.

Lo studio  è stato fatto con molto rigore, in maniera molto puntuale: è una conferma scientifica che con la disponibilità di questi dati cambia anche le politiche assistenziali in alcune aree. Vedere  – ha concluso Gorgoni – che i bambini sotto i 14 anni in alcuni quartieri di Taranto avranno un maggiore rischio di infezioni alle vie respiratorie tra il 49 e il 50 % cambia infatti il modo in cui si approcciano le politiche assistenziali”.

Per il dirigente del Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio Francesco Forastiere che ha materialmente illustrato il Rapporto, “lo Studio che stiamo presentando oggi è frutto di una collaborazione unica in Italia, e di questo dobbiamo essere orgogliosi”.

“Quello che stiamo presentando oggi – ha detto Forastiere – è un lavoro scientifico durato due anni di raccolta, valutazione e analisi dei dati relativi alla situazione di Taranto. Il rapporto è un lavoro collaborativo che ha origine dalla Regione Puglia e che ha visto la collaborazione con l’Istituto di Epidemiologia del Lazio insieme alle istituzioni regionali, e cioè d Asl Taranto, Ares e Arpa. È un lavoro complesso che ha messo insieme competenze ambientali e sanitarie e il risultato è un prodotto veramente unico nella realtà nazionale.

Abbiamo sempre detto che quello che sta succedendo in Puglia, e cioè la capacità di vedere il nesso tra ambiente e salute, è una particolarità di grande importanza”.

Forastiere ha poi spiegato l’essenza dello Studio. “Che l’area di Taranto fosse molto studiata, anche attraverso lo studio Sentieri, lo sapevamo. La città presentava elementi critici e i risultati di Sentieri sono serviti per rivendicare una serie di azioni d prevenzione. Non sapevamo invece quanto fosse il differenziale di salute all’interno della stessa città. Un confronto quindi all’interno della stessa città. Questa è l’essenza dello studio. Uno studio che ha analizzato tre aree Taranto Statte e Massafra. Abbiamo voluto studiare gli effetti a lungo termine delle emissioni industriali per lo stato di vita, i ricoveri, l’incidenza per i tumori e la mortalità. Due indicatori ambientali, due cioè le caratteristiche delle emissioni industriali prese in esame, le polveri e l’anidride solforosa. Lo studio è stato reso possibile grazie a metodologie innovative messe a punto da Arpa Puglia”.

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