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Punture di siringhe e Malattie Infettive

Punture di siringhe? I casi sono tantissimi, ma non destano allarme. La conferma dal reparto di “Malattie infettive”.

Lunedì mattina un 17enne si è presentato con la mamma al Pronto soccorso del “Vito Fazzi”. Ha riferito di essersi punto il giorno prima su un arenile di Porto Cesareo. Lo stesso ragazzo ha spiegato che la plastica della siringa era ingiallita e «cotta» dal sole. Come dire che era chiaro che non poteva essere una siringa usata da poco. Gli operatori del Pronto soccorso hanno tranquillizzato i familiari del giovane spiegando loro che il virus, se si dovesse trattare di Hiv, dura poco tempo.

Nonostante tutto sono scattate le procedure previste per i numerosissimi casi che si verificano soprattutto in estate. La settimana scorsa una bambina di 6 anni si è punta con la «lancia» corta utilizzata per la misura della glicemia. Stessa procedura. Il soggetto viene inviato al reparto di Malattie infettive.

Qui i medici (parliamo del “Vito Fazzi”) spiegano che sono casi molto frequenti perché i tossicodipendenti che ballano e si divertono sulle spiagge, soprattutto di notte, buttano le siringhe in terra. C’è da dire che in molti casi non sono siringhe da insulina, quelle che usano i tossicodipendenti, ma siringhe che magari ha usato la gente normale per fare un intramuscolo a casa e poi le smaltiscono in modo scorretto.

In ospedale gli operatori prendono atto se si tratta di un luogo protetto e circoscritto che abbia dei responsabili, per esempio una spiaggia privata, in concessione, oppure di un luogo pubblico o un luogo di lavoro, come nel caso di operatori ecologici che manipolano i sacchetti dei rifiuti.

Qual è la differenza? Se il luogo è senza responsabili individuabili – spiega il medico – si prescrivono gli esami per l’epatite B, e C e per Hiv   con cadenza 1, 3 e 6 mesi a cominciare dal mese successivo.

Se invece c’è un responsabile, come nella spiaggia privata o in gestione, o nel caso di un paziente-lavoratore   gli si fa fare i prelievi subito o il giorno dopo. In questo modo si può dimostrare che il soggetto non aveva già la malattia, altrimenti si potrebbe obiettare che era già affetto dalla malattia. Un modo per definire le responsabilità.

Anche se la siringa non è stata usata di recente (perché si vede che il sole e il tempo l’avevano già “cotta”), il medico spiega che «comunque viene controllata l’epatite B e il tetano. Per la C e l’Hiv non si può fare nulla. La terapia per un mese scatta solo quando c’è un fondato sospetto che l’ago era quello di un tossicodipendente o c’è la presenza di sangue».

Le punture che arrivano agli “Infettivi” non riguardano solo le siringhe. Al Pronto soccorso arrivano spesso anche di notte, quando ballano a piedi nudi sulle spiagge.

Per “Malattie infettive” l’estate è un periodo di gran lavoro, soprattutto a causa delle gastroenteriti che colpiscono i turisti, in genere in forma banale. Gli si dà la terapia e vanno a casa. Se si complica con la disidratazione il soggetto viene ricoverato. Ma non mancano le punture delle zecche, delle api e delle tracine.

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