venerdì, Marzo 29, 2024
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Le primarie annebbiano la memoria a Minervini. Sulla Maglie-Leuca protesta contro se stesso

Quando la campagna elettorale interna delle primarie viene svolta sulla pelle del territorio allora si rischiano le gaffe, come quella in cui è incorso Guglielmo Minervini.

Preso da una partita tutta interna, infatti, ha deciso di agitare le acque lanciando nello stagno il sasso, sempre buono, dell’ambientalismo di maniera. Ecco allora che l’Assessore regionale punta dritto al raddoppio della Maglie-Leuca citando sentenze che, evidentemente, non conosce e guarnendo il tutto annoverando una Legge Regionale sulle Opere Pubbliche, dimenticando, però, che non è stata ancora approvata dal Consiglio.

Siccome lo stress da prestazione per le primarie annebbia la memoria, allora ci permettiamo di ricordargli qualche sua brillante performance.

Pur di calamitare qualche simpatia radical-ambientalista, utile a riempire le urne di fine novembre, Minervini ha dimenticato di essere uno dei componenti di quella Giunta Regionale che ha approvato l’accordo sul raddoppio della Maglie-Leuca.

In quella circostanza il candidato Minervini si è guardato bene dal prendere le distanze, restando, invece, ben allineato e coperto. Oggi, visto l’approssimarsi delle elezioni primarie, ha avuto un sussulto: ha pensato di simpatizzare con qualche minoranza oltranzista che in cambio di una presa di posizione sarà disposta a tirargli la volata.

In questo suo slancio improvviso, l’Assessore, cita una sentenza del Consiglio di Stato che nulla ha a che vedere con la regolarità del raddoppio, confermata da tutti i gradi della Magistratura Amministrativa. Commenta una decisione relativa a chi debba aggiudicarsi l’appalto, utilizzandola come arma impropria contro il raddoppio che lui stesso ha approvato.

Siamo alle comiche. Protestare contro se stessi, per giunta invocando una sentenza che nulla ha a che vedere con il progetto della Maglie-Leuca. Il gioco delle tre carte sulla pelle del Capo di Leuca.

Minervini dimentica di citare tutte le sentenze che hanno definitivamente sancito la regolarità del raddoppio della SS 275. Quelle forse è meglio non annoverarle per evitare di arrecare dispiacere a qualche intransigente sconfitto.

Infine, dà il meglio di se affermando che tutto sommato non sarebbe una grave perdita la rinuncia al finanziamento. Addirittura avanza la proposta rivoluzionaria di  restituire i fondi. Altro che rivoluzione, questa è regressione allo stato puro.

In un momento in cui gli stanziamenti sono erogati con il contagocce e l’infrastrutturazione, anche come motore dell’economia e del lavoro, è al centro dei programmi del Governo, in Puglia c’è chi si permette il lusso di proporre la restituzione di finanziamenti già stanziati per un’opera strategica per il Capo di Leuca.

Della serie: per il vostro bene vi tolgo i fondi. E i salentini dovrebbero anche ringraziare.

Questa sarebbe la risposta alla domanda di sicurezza? Questa sarebbe la risposta ai disoccupati salentini? Questa sarebbe la ricetta miracolosa per risollevare le sorti di un territorio? I salentini e gli abitanti del Capo di Leuca conoscono queste sue intenzioni?

La rincorsa delle voglie di qualche minoranza benpensante fa perdere coerenza e memoria. Non si può permettere che sull’altare delle primarie di una parte politica vengano sacrificati i destini dell’intera popolazione.

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