Il linguaggio politico? Di Maio Aspetto un pò poi chiudo il forno.
La politica è cambiata questo è chiaro e con essa sono cambiate anche le personalità, i gerghi, le similitudini, le espressioni. C’è piena consapevolezza della mutazione in atto, certo è che sempre grande disagio ed imbarazzo tendiamo a provare quando leggiamo o ascoltiamo le dichiarazioni degli attuali leader delle maggiori espressioni politiche.
Sarà che per chi ha la mia età, ancora molto fresco è il ricordo dei discorsi dei politici della prima Repubblica, sarà che per chi ricorda ancora gli interventi di Craxi, Andreotti, Moro, ma anche Almirante, Fini, è difficile apprezzare i neologismi con i quali la politica colora ed abbassa il livello di discussione.
La voglia di rendere la politica al livello dei cittadini, la voglia di aprire i palazzi, ha privato della giusta sacralità quei luoghi e quelle cariche che dovrebbero essere comunque viste con il massimo rispetto, perché rappresentano lo Stato. E dopo aver sentito Di Maio, ed alle volte anche lo stesso Salvini, anche Cossiga nei nostri ricordi diventa un gigante. Sintetizzo la politica odierna riportando alcune dichiarazioni rilasciate dai Leader in queste ore: da qui deve ripartire il nostro Paese!
”Io dialogo con tutti, ma l’unico punto fermo è che con il Pd non si può fare nulla. A Calenda dico, mamma mia! Un governo con chi ha approvato la Fornero o vuole gli immigrati che cosa potrebbe fare?”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, boccia l’apertura del ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda a favore di un coinvolgimento del Pd nella formazione del futuro governo. Calenda, in una intervista a ‘Repubblica’ ha parlato di un “governo di transizione” sostenuto da tutti con la costituzione di una bicamerale per la legge elettorale e l’assettoistituzionale del Paese e il taglio dei costi della politica.
“Salvini si assume una responsabilità storica nel legarsi a Berlusconi: ci sta dicendo che per aspettare i comodi di Matteo Salvini avremo il governo il 15 maggio? Aspetto qualche altro giorno, poi uno di questi due forni si chiude”, ha poi detto il leader del M5S Luigi Di Maio a ‘Otto e mezzo’ su La7.
“Paragonare il futuro dell’Italia a un mercato mi sembra irrispettoso, la Lega non è il Pd, mi sembra che ci siano idee confuse. Noi vogliamo un Governo che rispetti il voto degli italiani, centrodestra e M5s. Se Di Maio preferisce il forno di Renzi si accomodi, temo che sia un pane muffo, però libero di fare quello che vuole”, ha poi detto Matteo Salvini all’ANSA.
“Ogni voto conta – ha detto ancora Salvini parlando delle regionali – e noi pensiamo che da queste regionali possa venire un segnale nazionale di chiarezza e di cambiamento”.
“Quello che Di Maio giudica un danno, il centrodestra unito – ha sottolineato il leader del Carroccio – è quello che gli elettori hanno premiato col voto il 4 marzo: chiedo al MoVimento 5 stelle di avere rispetto per gli elettori”. “Come io dico che non esistono partiti pericolosi o elettori pericolosi chiedo che tutti gli altri facciano lo stesso”.
“Con chi? I numeri del voto sono chiari e l’unico governo possibile e con un’ampia maggioranza è con il centrodestra ed i cinque stelle – ha detto in seguito Salvini al Tg2 – se Di Maio e Berlusconi continuano a dire io sì, tu no non ne usciamo. Io sono pronto a governare già da domani”. A chi gli chiede se con Di Maio il discorso sia chiuso, Salvini risponde: “Non c’è niente di chiuso se ciascuno usa un po’ di responsabilità ed evita protagonismi e veti, io sono pronto a partire”.
“Sia chiaro a tutti, anche alle orecchie di chi non vuole intendere, che se vinciamo in Friuli e in Molise nel giro di 15 giorni si fa il governo”, ha affermato ancora il leader della Lega, nella tappa di Montenero di Bisaccia del suo tour elettorale in Molise.
“C’è sempre stata una posizione di Emiliano in tal senso ma contano i voti e il voto della direzione Pd è chiaramente alternativo a M5s e Lega. Che poi ci sia una disponibilità a dialogare con chiunque riceva un mandato sta nelle cose, nella Costituzione direi. Sicuramente non ci tireremo indietro, l’opposizione è garanzia di democrazia e la faremo con progetti e idee”. Così Ettore Rosato, a Radio Radicale, ribadendo che il Pd ha detto “da subito che chi dice di aver vinto ora dimostri di saper fare un governo insieme”.
Attacca il leader della Lega il segretario reggente del Partito democratico, Maurizio Martina. “E’ veramente assurda – afferma – l’idea di Salvini per cui il Paese deve aspettare i suoi tornaconti elettorali. Avvisatelo che il Paese ha già votato e adesso chiede risposte, non propaganda. Questo uso delle elezioni regionali di Molise e Friuli come fossero cavie da laboratorio e’ quanto di più irrispettoso possibile verso gli elettori di quelle regioni oltre che di tutti gli italiani”.
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