giovedì, Marzo 28, 2024
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Piano di accessibilità per le famiglie leccesi

Avviato il Piano per l’Accessibilità e la consulenza sessuale alle persone disabili. Primo incontro alle Cantelmo del “Cantiere Famiglia e Disabilità”.

Il comune di Lecce chiama a raccolta gli attori sociali per realizzare una rete di interventi destinati alla famiglia.

Si parte dai soggetti più deboli, con l’abbattimento delle barriere fisiche e sociali che quotidianamente persone diversamente abili e le loro famiglie devono affrontare e che pregiudicano una piena fruizione dell’ambiente e la loro partecipazione alla vita comunitaria.

Questa mattina alle Officine Cantelmo l’assessore ai Servizi sociali Carmen Tessitore ha illustrato il progetto che coinvolge diversi soggetti orientati al miglioramento della qualità della vita per i soggetti disabili e le loro famiglie.

Hanno partecipato all’incontro soprattutto le associazioni degli stessi disabili, dalle quali l’amministrazione comunale si attende gli spunti e l’elenco delle esigenze.

Nel «cantiere» saranno coinvolti i Vigili del Fuoco per l’aspetto sicurezza, la Asl che fornirà la “consulenza sessuologica” ai disabili, l’Università del Salento, l’Inps e altre agenzie del territorio.

Presenti anche gli assessori Gaetano Messuti (lavori pubblici) e Luca Pasqualini (mobilità)

La presidente di Apmar (malattie reumatiche) Antonella Celano ha proposto che nelle commissioni consiliari venga inserita la figura di un esperto (disabile che conosce i problemi della categoria) che orienti le scelte della Giunta di Palazzo Carafa.

Messuti ha affrontato il difficile problema dell’accessibilità a 360 gradi. «Penso – ha detto – ai vecchi palazzi del centro storico, dove l’accessibilità va coniugata con gli interventi che devono essere rispettosi delle normative che impongono dei vincoli. Ecco perché nei prossimi incontri chiederò che sia presente anche un rappresentante della Sovrintendenza».

Quanto alle scarse risorse del comune, Messuti pensa di coinvolgere anche la Regione, «come testimoniano – ha ricordato – le esperienze di altre realtà del nord, come Veneto e Piemonte dove la Regione valuta le proprie città in termini di virtuosità e quindi di capacità di dotarsi di un piano dell’abbattimento delle barriere architettoniche».

L’assessore pensa anche di coinvolgere nel Piano anche la camera di Commercio e gli esercizi commerciali privati. «L’accessibilità non deve essere a carico esclusivo della pubblica amministrazione ma di tutti coloro che offrono servizi all’utenza».

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