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Neoplasie polmonari

Uno studio dell’Istituto superiore di Sanità.

In provincia di Lecce l’Istituto Superiore di Sanità ha individuato 50 comuni ad alta mortalità per tumore al polmone nei maschi: + 12%

Lo studio ha identificato anche un cluster (gruppo) di mortalità per neoplasie polmonari nelle donne, limitatamente alla città di Lecce, con 248 decessi registrati contro 150 attesi. L’indagine dell’ISS ha ben definito, inoltre, un cluster legato all’incidenza di tumori polmonari nei maschi che include 16 Comuni dell’area centrale salentina.

I dati riportati dall’Atlante delle cause di morte della Regione Puglia avevano già segnalato per il periodo 2000-2009 un eccesso di decessi per neoplasie polmonari nei maschi in provincia di Lecce, in coerenza con quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità fin dal 1985-1989.

Una recente elaborazione dell’ISS ha ulteriormente ribadito l’esistenza di un cluster per mortalità da tumore polmonare negli uomini, in un’area circoscritta del Salento leccese, comprendente ben 50 Comuni, nell’area centro-orientale della provincia, con 3.846 decessi osservati contro i 3.447 attesi; il 12 per cento in più.

Nel resto del Salento leccese la mortalità e l’incidenza del tumore polmonare nelle donne sono inferiori al dato nazionale (37 per cento – contro il 40) e l’andamento temporale non si discosta dai valori nazionali.

Negli uomini invece i tassi di mortalità provinciali, 126 casi ogni 100mila abitanti nel periodo 1980-1984 e 111 casi nel 2006-2010, risultano essere sempre superiori a quelli nazionali e regionali. Il rapporto tra casi incidenti in provincia di Lecce e Pool Nazionale mostra un eccesso del 24 per cento, un dato simile a quello di mortalità che nel periodo 2006-2010 è del 20 per cento in più.

Il cluster di mortalità tra gli uomini nei 50 comuni nell’area centro-orientale della Provincia è confermato da un cluster di incidenza costituito da un sottoinsieme di questi comuni. Nella stessa area risulta significativo anche un cluster di mortalità per malattie respiratorie.

Nelle prossime settimane sono previste ulteriori attività. L’incrocio delle diverse fonti di dati fornisce un quadro coerente, evidenziando una sub-area a maggior rischio negli uomini. Saranno condotti ulteriori approfondimenti su possibili fattori di rischio: occupazionali, ambientali (ricadute di emissioni di poli industriali, esposizioni indoor a radon) e non (fumo attivo in un’area nota per le coltivazioni e manifattura del tabacco) che richiedono la collaborazioni tra enti locali e nazionali.

 

 

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