venerdì, Marzo 29, 2024
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Loris, quella mattina l’auto della madre non passò davanti alla scuola

Misteri e incongruenze sul “delitto del Piccolo Loris” a sei giorni dalla sua morte mentre le indagini a Ragusa proseguono senza sosta. Dall’analisi dei video installati dalle telecamere a Santa Croce Camerina emergerebbe che l’auto della mamma del piccolo Loris, la mattina del 29 novembre scorso non ha mai raggiunto la scuola frequentata dal piccolo, come invece raccontato dalla donna.

Le telecamere nei pressi della scuola, infatti, non registrerebbero mai un’immagine della vettura nell’orario indicato dalla madre del bambino.

Riflettori puntati quindi sulle fascette elettriche consegnate alle maestre di Loris da sua madre lunedì scorso.

Occorreranno  giorni per avere un riscontro definitivo, ma i lacci di plastica sarebbero compatibili con quello utilizzato per strangolare il bambino di 8 anni.

I primi accertamenti effettuati dalla polizia Scientifica e dal medico legale farebbero ritenere le fascette  compatibili con i segni trovati sul collo di Loris. Il responso però non è ancora definitivo perché esami sono in corso.

La preside della scuola elementare di Santa Croce Camerina, Giovanna Campo, però afferma che “nessuno a scuola ha mai richiesto fascette”. In base al racconto delle maestre, continua, “quando sono andate a fare le condoglianze alla madre di Loris, lei avrebbe consegnato queste fascette perché avrebbero fatto parte di un lavoro non concluso a scuola. Ma in aula nessuno ne ha portate, se non di nascosto, e nessuno ne ha fatto richiesta”. Questo tipo di materiale “non viene richiesto, sono oggetti pericolosi e gli insegnanti non chiedono mai attrezzi di questo tipo”.

Intanto, si investiga anche sul rilevatore satellitare dell’auto della signora Stival che lo ha messo a disposizione per le indagini. Potrebbero arrivare così nuove indicazioni sul percorso seguito dalla madre della piccola vittima. I tecnici stanno infatti cercando di accertare la possibilità di poter estrapolare dati utili.

Intanto, parla Orazio Fidone, il cacciatore, ora indagato, che sabato scorso ha trovato il cadavere di Loris. “Se tutto questo può servire a raggiungere la verità, accetto serenamente il peso di quello che mi sta accadendo. A voi giornalisti e cronisti  offro con piacere un caffè, ma l’unica cosa che vi chiedo, è di dare un’immagine positiva del paese.

Santa Croce è abitata da persone perbene che non hanno mai vissuto tragedie così gravi. Hanno il diritto di essere lasciati in pace. E poi, lasciate in pace i bambini delle scuole che sono molto scossi”.

“Ho due nipoti, e per due giorni dopo che è accaduto il fatto non hanno voluto nemmeno incontrarmi. Due cose mi hanno supportato in questi giorni, il primo è l’abbraccio di Santa Croce Camerina, il secondo è qualcosa che non posso dire”.

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