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Lecce, deficit da 32 milioni, in Consiglio le tre proposte per salvare il Comune

Il Comune di Lecce è in rosso: la Giunta lo mette nero su bianco in una delibera votata oggi all’unanimità e ora la palla passa al consiglio comunale che dovrà decidere entro il 30 settembre quale strada intraprendere per risanare le casse comunali. Il disavanzo al 31 dicembre 2017 è stato calcolato in circa 27 mln di euro, ma alla fine dell’anno potrebbe raggiungere i 32 milioni.
Le alternative sul tavolo sono tre: la via “ordinaria” (regolamentata dagli articoli n. 188 e 193 del d.lgs. 267/2000, e dall’art.4 del Dm 2/4/2015) che prevede un piano di rientro dal deficit in uno o al massimo in tre anni; la “procedura di riequilibrio pluriennale” in un periodo massimo di 15 anni (previsto dagli art. 243 bis e seguenti del D.lgs. 267/2000); l’eventuale strumento straordinario al decreto “milleproroghe” in corso di conversione in Parlamento basato su un emendamento che consente ai comuni che hanno già approvato nel 2015 un piano di riequilibro trentennale, di poter ripianare l’eventuale incremento del disavanzo nel frattempo maturato in un periodo massimo di 26 anni.

Il secondo percorso è quello che presuppone la decisione più “gravosa”: dichiarare il dissesto dell’ente e sottoporsi al controllo centrale della Commissione per la finanza e gli organici degli enti locali del ministero dell’Interno che avrà voce in capitolo sulle dotazioni organiche e sulle assunzioni di personale nonché sulla copertura del costo di alcuni servizi tra cui gli asili nido e lo smaltimento dei rifiuti.

I tempi per prendere una decisione sono ristretti e non più prorogabili: il termine del 30 settembre è infatti dettato dalla delibera della Corte dei Conti che impone al Comune un termine di 60 giorni per avviare le misure correttive alle criticità rilevate nel bilancio.

I numeri del deficit sono contenuti nella relazione firmata dal dirigente del settore Economico Finanziario Salvatore Laudisa giunta oggi sul tavolo del sindaco Carlo Salvemini che ne aveva fatto richiesta il 3 settembre scorso. Nel documento sono snocciolati i punti critici che hanno messo in difficoltà le casse comunali tra cui – fondamentale – una costante difficoltà di riscossione dei crediti.

Dopo il via libera del Consiglio, il contenuto del piano di risanamento dovrà essere approvato entro i 90 giorni successivi alla scelta del percorso e dovrà tenere conto delle criticità evidenziate sia dalla Corte dei Conti Puglia che nella relazione del dirigente.

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