giovedì, Aprile 18, 2024
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Lecce, Calderoni: “La Serie A è l’opportunità della vita, obiettivo salvezza con il Lecce”

 Attraverso i canali social dell’Us Lecce, il difensore Marco Calderoni ha parlato, a microfoni aperti, ai tifosi giallorossi tracciando il quadro e manifestando le sue sensazioni, in questo momento di stop forzato dovuto all’emergenza sanitaria in corso.

“Negli ultimi  giorni sono stati fatti dei passi in avanti in merito all’ emergenza dovuta al  coronavirus – esordisce Calderoni -,vi confesso che   già rivedere un prato  verde è stato qualcosa di emozionante. Tornare a correre all’aperto e rivedere i compagni dopo due mesi chiusi dentro casa è stato molto bello, mancava un po’ a tutti”.

Capitolo salvezza: “Siamo una squadra che ci crede fino alla fine, lo abbiamo dimostrato in tante partite e siamo pronti a dare il massimo per raggiungere l’obiettivo in caso di ripresa del campionato. C’è la voglia di ripartire ma forse c’è ancora confusione sulle regole. In caso di ritorno in campo bisogna fare soprattutto un lavoro mentale perché serviranno delle motivazioni forti in ognuno di noi per riuscire a fare bene anche senza i tifosi”.

La promozione in Serie A: “A fine partita dissi ‘per una volta sono io che gioisco’, nella carriera mi è capitato in più circostanze di vedere gli avversari esultare per una promozione. Arrivavo da un’annata storta e per la prima volta mi sono ritrovato a festeggiare anche io. L’emozione era tanta, non avevo mai lottato per vincere qualcosa”.

Il gol contro il Milan a San Siro: “Ho provato un’emozione che mi ha provocato anche un picco di adrenalina, perché segnare alla fine il gol del pareggio contro il Milan è stato spettacolare. Non sono mai andato a vedere le partite a San Siro perché il mio obiettivo era arrivarci da calciatore, ma non avevo pianificato di segnare anche un gol “.

Le motivazioni fanno la differenza: “Bisogna sempre credere nei propri sogni, io sto facendo una buona carriera e la Serie A è l’opportunità della vita. Ci sono arrivato a 30 anni dopo tanta Serie B, ma ci ho sempre creduto e ho sempre lavorato anche fuori dal campo. Credo che il lavoro paga sempre, magari i risultati non si vedono subito ma prima o poi arrivano”.

Sul numero di maglia: “Il 27 per me è importante, quando ero a Palermo a 21 anni ho preso quella maglia perché mancava il 24 e ho fatto l’esordio proprio il 27 di marzo, per cui è diventato un numero significativo della mia vita”.

Il fantacalcio: “Non l’ho mai fatto perché bisogna dedicarci tanto tempo. Però mi arrivano tanti messaggi il giorno prima delle partite, alcuni mi dicono di segnare e altri no, è come una malattia (ride ndr)”.

Compagno con cui ha legato di più: “Petriccione, sono sempre con lui in ritiro. In ogni caso si è formato un grande gruppo e ovviamente andiamo tutti d’accordo”.

Sul tecnico Liverani: “È riuscito a darmi tanto soprattutto dal punto di vista offensivo. Ha una visione di gioco pazzesca e riesce a trasmetterla anche a noi in campo. È rigido in certi aspetti perché vuole insegnare tutto, sicuramente avrà una lunga strada davanti”.

L’idolo: “Nel mio ruolo mi piaceva Roberto Carlos, era devastante. Poi ammiro anche calciatori come Del Piero o Totti, ho rivisto l’ultima gara di quest’ultimo con la Roma e mi sono commosso come un bambino”.

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