giovedì, Aprile 25, 2024
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La voce di chi non ha voce: racconti a 4 zampe!

La voce di chi non ha voce: racconti a 4 zampe! 

“Questa rubrica si chiama La voce di chi non ha voce e questa storia, forse più di tutte, credo possa rappresentarne al meglio il nome. Quando si sono accorte di lei era ormai troppo tardi: Asha (il nome che le è stato dato, che in indiano significa speranza, speranza nata dal primo momento in cui le zie volontarie l’hanno vista, speranza di poterle regalare un futuro migliore.)  è stata sottratta alla custodia di una famiglia che sosteneva di amarla ma che non ha fatto nulla per impedire che il tumore che le ha mutilato mandibola e setto nasale si estendesse, non permettendo di curarne il dolore neanche con i farmaci.

La sua famiglia ha scelto di consegnarla, senza battere ciglio, nelle mani di un destino che non meritava, ha deciso di non ascoltare il suo urlo disperato di aiuto; per questo motivo abbiamo scelto di darle voce attraverso le nostre parole. 

Un anno: immaginate di passare anche più di 365 giorni senza una parte del volto. Immaginate di non avere il dono del linguaggio e quindi di non potervi lamentare, di non poter esprimere la sofferenza attraverso le parole. Ce la fareste a vivere come lei, un anno? Quale madre potrebbe mai lasciare un figlio morire in modo così atroce, senza metà del volto, perché “ai tumori non c’é cura”? Quale madre permetterebbe al figlio di agonizzare nel dolore senza nessuna terapia per un lungo anno?  La “mamma” di Asha ne è stata capace. Ed é stata questa la sfortuna di questa povera piccola. Non aver avuto nessuno che si interessasse sul serio delle sue cure. Ci hanno provato con ogni forza, piccola Asha, ad aiutarti a placare quel dolore con cui convivevi da ormai troppo tempo! Perché non si può vivere, o meglio, sopravvivere così per un anno ed é disumano accettare di vedere un essere vivente in questo stato e star li inermi e indifferenti ad attenderne la morte. Non é quello che vorremmo per nessuno, tanto meno per quel qualcuno che sosteniamo di amare! 

Gli sforzi non sono purtroppo serviti a nulla, perché il veterinario è stato molto chiaro: potevamo solo accompagnarti sul ponte per porre fine alla tua sofferenza, la tua vita non avrebbe potuto tornare ad essere dignitosa, oramai non adesso. Forse ci saremmo riusciti un anno fa, se solo chi adesso continua la sua vita senza rimorsi non avesse scelto di ignorare il tuo problema e chiudere gli occhi; la tua vita ora sarebbe potuta essere migliore e sicuramente più degna di essere chiamata tale. Ma adesso è troppo tardi.

Tutto ciò ci sconvolge, poiché l’omissione di fronte tutto questo, dinnanzi alla tua estrema sofferenza, non é meno grave del male causato in modo attivo: chiudere gli occhi di fronte ad una situazione simile é ingiustificabile, per questo il primo intento di questo racconto è quello di esporre una denuncia, sociale e morale, nei confronti della cattiveria umana e in primis di chi è responsabile di ciò che vediamo in foto, nella speranza che queste immagini servano a chi si lava la coscienza troppo facilmente, servano a suscitare compassione verso qualsiasi essere vivente che soffre. Nessun animale, qualora ne avesse i mezzi, avrebbe  mai lasciato un essere umano nelle medesime condizioni, ma in fondo si sa.. le vere bestie siamo noi. 

“Peccato averti scoperto troppo tardi peccato non aver potuto far di più. Buon ponte piccola Asha, le zie Ilaria, Laura, Faby”.

 

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