venerdì, Aprile 19, 2024
HomeNotizie dal MondoIstituzioni unite per mettere in piedi una Rete territoriale antiviolenza

Istituzioni unite per mettere in piedi una Rete territoriale antiviolenza

Istituzioni unite per mettere in piedi una Rete territoriale antiviolenza

La Rete territoriale antiviolenza comincia a prendere forma: la tappa del 22 novembre, nella Direzione generale dell’Asl di Lecce è servita per cominciare a ritessere la trama di un percorso lungo e non semplice, ma anche ad acquisire le volontà dei soggetti coinvolti, pubblici e del privato sociale. D’accordo, tutti, su un principio fissato dal direttore generale Silvana Melli: «Dobbiamo ragionare e operare per contrastare la violenza contro la fragilità, che è una e riguarda donne, bambini, omosessuali, anziani e disabili».

Fragilità e risposte da inserire in un sistema complesso in cui bisognerà far combaciare le diverse esigenze di chi come i Centri antiviolenza opera sul campo, direttamente a contatto con le vittime di violenza, abusi e maltrattamenti fisici e psicologici, e il modus operandi di istituzioni – Magistratura, Tribunale dei Minori, Prefettura, Forze dell’Ordine, Scuola e la stessa Asl – che hanno procedure, tempi, organizzazioni e gerarchie ben definiti ma anche molto diversi. Il tutto sotto l’ombrello «della legge regionale 29 del 2014 – come ha ricordato la Consigliera di Parità regionale Serenella Molendini – e delle linee guida in corso di definizione, in cui bisognerà inserire e armonizzare i diversi percorsi antiviolenza da realizzare, compreso quello leccese». Un panorama su cui già operano, a livello regionale, 15 centri antiviolenza privati, sei pubblici, otto case-rifugio, tre “codici rosa” e 35 équipe multidisciplinari.

Non è l’anno zero, dunque, ma molto c’è ancora da fare. Nella realtà leccese, in particolare, ripartendo dal lavoro fatto nell’ultimo anno sarà avviata a breve, dopo la firma di un Protocollo d’intesa tra Procura della Repubblica e ASL, la sperimentazione del “codice rosa” nell’Ospedale di Gallipoli: «Sarà una stanza dedicata all’interno del Pronto Soccorso – ha ricordato il dg Melli – in cui le donne e i minori vittime di violenza saranno accolti, assistiti, curati e avviati in un percorso codificato più ampio che stiamo provando a costruire». Uno strumento in più che andrà inserito, come la prima tessera in un puzzle, nella Rete Territoriale Antiviolenza che è l’obiettivo finale e operativo su cui la Asl sta investendo risorse umane ed energie. «La rete – ha spiegato Melli – ha bisogno di connessioni forti per funzionare ed è ciò che stiamo facendo attraverso il Tavolo interistituzionale, mettendo a disposizione le nostre strutture sanitarie e socio-sanitarie. La stella polare che seguiamo è il permettere ad esperienze diverse di dialogare sul terreno comune della sensibilità e del contrasto ad ogni forma di violenza sulle persone più fragili della nostra società».

Ben inteso, ognuno per le proprie competenze, sollecitando però il senso di responsabilità con una «chiamata a compiere azioni concrete» e sfruttando percorsi già incardinati, come quello della Asl di Bari, che «vanno aggiornati e coordinati con la legislazione regionale in evoluzione». Fondamentale – ha aggiunto Melli – «è anche il coinvolgimento diretto dei pediatri e dei medici di base, veri e propri avamposti sui territori, così come la formazione degli operatori». Un punto di partenza – e di non ritorno – per stimolare anche la risposta consapevole delle “agenzie naturali” come Scuola e famiglia e quella istituzionale che – parole del vicecomandante del Comando provinciale dei Carabinieri di Lecce, tenente colonnello Fernando Surico – «necessita solo di essere armonizzata, perché qui a questo tavolo lo Stato è presente». Ed è proprio per capire meglio ruoli, competenze e modalità operative che il Tavolo interistituzionale ha concluso la lunga e partecipata riunione aggiornandosi ad una prossima tappa.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Post Popolari

Verified by MonsterInsights