giovedì, Marzo 28, 2024
HomeAttualitàSanitàInfezioni ospedaliere

Infezioni ospedaliere

Cresce la preoccupazione dei vertici Asl per i numerosi decessi di anziani negli ospedali. E’ caccia aperta ai batteri antibiotico-resistenti.

E’ di ieri la notizia del quarto decesso di un 60 enne all’ospedale di Scorrano, legato all’influenza “suina” H1N1.

La direzione della Asl ha smentito che altri casi di decessi all’ospedale “Veris Delli Ponti” di Scorrano siano da attribuire al virus H1N1. Ed è così, perchè a provocare le morti di pazienti anziani, scompensati e immuno-depressi, in tutti gli ospedali d’Italia, non sarebbe tanto il virus dell’influenza, qualsiasi ceppo sia, ma l’azione di batteri antibiotico-resistenti.

In cima alla lista dei batteri-killer la micidiale klebsiella , un super batterio il cui impatto è quasi raddoppiato negli ultimi anni in Italia. Ma  a creare problemi negli ospedali ci sono anche  l’Acinetobacter, le infezioni da Escherichia coli resistenti alle beta-lattamasi , le Candide e lo Stafilococco meticillino resistente (Rsa) . Colpiscono soprattutto pazienti anziani, immuno depressi dall’uso eccessivo di antibiotici ai quali il batterio è ormai diventato refrattario.Nelle scorse settimane proprio all’ospedale di Scorrano sarebbero morti 4 – 5  anziani a causa di complicanze legate a forme batteriche resistenti ai farmaci.

Intanto si corre ai ripari. E’ lo stesso commissario della Asl, Giovanni Gorgoni ad anticipare le mosse dell’azienda, «In questi giorni il direttore sanitario Sanguedolce che ha esperienza di infezioni ospedaliere, incontrerà i direttori di presidio per fare il punto del controllo e quindi tracciare un piano di intervento e soprattutto di prevenzione. Gli ospedali – aggiunge Gorgoni – sono posti in cui si utilizza l’antibiotico e in cui si sviluppano le resistenze più accanite. Il controllo delle infezioni  ospedaliere è un asse portante della funzionalità dell’ospedale. Ci muoveremo con gli strumenti che abbiamo a disposizione, visto che l’industria farmaceutica da qualche anno non sta immettendo ritrovati e molecole nuove ed efficaci».

Il problema viene ricondotto alla possibilità di isolare i soggetti immuno-depressi ricoverati nei reparti di medicina e pneumologia, ma soprattutto nella terapie intensive e nelle rianimazioni, dove si fa largo uso di antibiotici.

Finora  le direzioni sanitarie degli ospedali hanno fatto poco e niente. A novembre scorso, di fronte alle numerose segnalazioni di infezioni,  il direttore sanitario Ottavio Narracci, ha rinnovato la composizione del Cio, il “Comitato per le infezioni ospedaliere”, comitato che è previsto dalle linee guida regionali in ogni ospedale, ma che, almeno al “Vito Fazzi”, non ha quasi mai funzionato. Dopo una prima riunione di lavoro c’è stato il cambio di guardia ai vertici Asl.

Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome qui

Post Popolari

Commenti recenti

Verified by MonsterInsights