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Incontro fra ematologo e internisti

I medici internisti «dialogano» con l’Ematologo per un migliore trattamento dei pazienti onco-ematologici.

Si è tenuto ieri all’Hotel President di Lecce, il IV convegno “Gli internisti incontrano l’Ematologo”. Organizzato dal dottore Nicola Di Renzo (foto), primario del reparto di Ematologia e Trapianto di Cellule Staminali del Polo Oncologico del “Vito Fazzi” che ha chiamato a raccolta medici specialisti ematologi, oncologi, internisti, infettivologi, trasfusionisti, radioterapisti, per gestire insieme a loro le malattie del sangue.

Il primario ha messo in luce le difficoltà in cui opera oggi l’Oncoematologia. Soprattutto nell’organizzazione dei servizi. Intanto la distanza con il corpo centrale del Fazzi che obbliga pazienti e personale a spostamenti continui e onerosi. Un altro peso non indifferente per i pazienti oncologici, anche la dislocazione al 3° piano del reparto di degenza.

Lo scopo dell’incontro ha riguardato le corrette prassi per avviare un paziente all’Ematologo.

«Ogni giorno si presentano, direttamente da noi, fino a 7 pazienti mandati dal medico di medicina generale con Urgenza (crociata sulla richiesta)», fa sapere Di Renzo, «Non è possibile purtroppo soddisfare tante richieste, la metà delle quali non riveste carattere di urgenza – aggiunge rammaricato – Si sottrae tempo all’attività del reparto che viene scombussolata. Perciò invito i medici di famiglia a chiamarci per discutere delle patologie, che non devono fare paura».

Fiore all’occhiello del reparto diretto dal dottore Di Renzo sono i 242 trapianti di midollo, di cui 209 allogenici (con cellule staminali dello stesso paziente) e 33 autologi (cellule da donatore).

«Noi oggi con i 10 trapianti allogenici fatti in due anni – spiega con orgoglio l’Ematologo del “Fazzi” – possiamo ottenere l’accreditamento da parte del “Gruppo europeo di trapianto di cellule staminali”. Ciò consente di fare anche trapianti in pazienti che non hanno un donatore familiare e quindi poterci inserire nella ricerca del “Registro internazionale dei donatori di midollo”».

L’Ematologia del Fazzi è partita nel 2006 e in questi 8 anni è stata attivata e completata una lunga lista di 155 “Studi”, che hanno offerto al paziente la possibilità di curarsi con nuovi farmaci, molto costosi.

«Non è che gli altri pazienti vengono seguiti male – tiene a precisare il primario di Ematologia – però questi che fanno parte dello studio sono seguiti in maniera molto più accurata perché bisogna ricavarne dei dati che rappresentano un contributo che il paziente “arruolato” dà alla conoscenza scientifica. Tutto quello che noi oggi sappiamo – spiega Di Renzo – è dovuto proprio agli studi fatti negli anni passati su pazienti che hanno consentito l’accesso a nuove molecole, nella linfatica cronica, nei linfomi, nella melofibrosi..»

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