sabato, Aprile 20, 2024
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IL CONSIGLIERE ANDREA GUIDO LANCIA L’ALLARME SUI LAVORI DELLA DARSENA DI SAN CATALDO

“Le foto parlano chiaro, peccato non possano esprimere anche l’odore nauseabondo che persiste in tutta l’area limitrofa e che si insinua nelle case dei residenti. Occorre intervenire. Occorre farlo subito, al fine di prevenire inconvenienti ben più gravi” – spiega Andrea Guido -.
“Le alghe, che ovviamente continuano a depositarsi, quando non vengono rimosse per parecchio tempo, tendono a formare un vero e proprio tappo sulla foce del porticciolo con il rischio di generare vere e proprie esondazioni del bacino e di allagare tutta l’area circostante e le vie limitrofe. Il fenomeno, come si evince dalla documentazione fotografica realizzata dai cittadini della marina, è già iniziato e l’acqua ha cominciato pian piano a straripare.

Lo scorso 30 novembre veniva comunicata la consegna in uso delle aree demaniali relative al bacino della darsena da parte della Capitaneria di Porto di Gallipoli e pochi giorni dopo il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Alessandro Delli Noci, annunciava la consegna definitiva del progetto per l’infrastruttura diportistica della marina leccese, finanziato con fondi regionali per 3,3 milioni di euro, e da completarsi in 580 giorni da parte della ditta appaltatrice, Igeco Costruzioni Spa, la quale prometteva contestualmente di concludere i lavori prima della data prevista nel contratto.
Poi lo stop dettato da problematiche relative al rilascio delle certificazioni antimafia della ditta.
La legge italiana, però, ricordiamo, impone che non si possa bloccare un’opera pubblica finanziata. E, in ogni caso, questo nuovo intoppo burocratico che ha congelato ancora una volta il cantiere non impedisce al Comune di intervenire a salvaguardia dell’igiene e della sanità pubblica, al di là del cronoprogramma previsto dall’appalto.

Durante gli scorsi anni, infatti, in attesa dell’avvio dei lavori di manutenzione, ammodernamento e ricostruzione della darsena ad opera del settore comunale dei Lavori Pubblici, ho predisposto ripetuti interventi volti a scongiurare l’esondazione del bacino e le problematiche di carattere igienico sanitarie che si sarebbero potute innescare per via dello strato vegetale che stava marcendo, causando, tra l’altro, odori nauseabondi. Oggi invece, a lavori appaltati e consegnati, si ritiene forse che il problema sia stato risolto definitivamente. Ma se lo stop dell’appalto non dovesse risolversi nelle prossime settimane, cosa faremo con l’aumentare delle temperature, quando decomposizione e cattivi odori subiranno una prevedibile impennata? E, soprattutto, cosa potremmo fare in caso di vera e propria esondazione oltre a contare i danni?”

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