venerdì, Aprile 19, 2024
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(FI) LUCA RUSSO: “OBIKE A FLUSSO LIBERO. COMINCIANO A VENIR FUORI I PRIMI PROBLEMI DI UN’ENNESIMO PROGETTO NATO A METÀ”

Il fenomeno delle biciclette a flusso libero continua a muoversi a velocità supersoniche.  È passato un mese circa da quando le biciclette condivise senza alcuno stallo di posizionamento sono arrivate a Lecce, prima a Milano, Firenze e a Bologna, poi in tante altre città. Ed è già tempo di perplessità?
 Le biciclette infatti vanno costantemente sottoposte a manutenzione, redistribuite, riparate.  Servirebbero competenze che non si improvvisano da un giorno all’altro. È così che la flotta di bici, mano mano, risulta sempre più inutilizzabile a causa di guasti (“naturali” o a seguito di atti vandalici).
Niente bici, niente incassi.  Il problema non è tanto la chiusura di questi servizi. Più grave ci sembra il danno d’immagine causato al concetto di “ obike ” in generale, che invece è un servizio, veramente utile e importantissimo per le città, che sia tradizionale, a flusso libero o magari ibrido se strutturato nel modo corretto.  Il comune dovrebve assumere un ruolo di guida in questa storia.
Emanare bandi con regole precise sul funzionamento delle Obike. E controllare la qualità dei servizi erogati. Ma prima di questo dovrebbero strutturare la città per una maggiore qualità del servizio.
Chi è convinto che questo progetto sia strutturato bene, dovrebbe frequentare qualche centro di ascolto per chi ha tendenze autolesionistiche. Le promesse di coatruzione di pseudo piste ciclabili dovrebbe anticipare e non seguire  un’azione di ripensamento del traffico e di educazione stradale.
Un’educazione stradale che prima di tutto andrebbe elaborata per chi le disegna e chi deve fare rispettare le regole. Senza comunicazione ed educazione, il servizio Obike non ha senso, per questo facciamo notare che le biciclette vengono lasciate ovunque senza alcun ritegno perché non ci sono stalli sufficienti a contenere l’esoso numerico presente in città.  Ma perché meravigliarsi?! Dopotutto la struttura del progetto è stata sbagliata prima di tutto dall’amministrazione ed è figlia della stessa cancrena mentale che attanaglia sempre più le ultime azione intrapese.  Chi non se ne accorge ha la coscienza a posto, no?  Allora di cosa ci meravigliamo?
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