martedì, Marzo 19, 2024
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DIETRO LE QUINTE: LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI LECCESI

L’assessore Guido decide di raccontare ciò che avviene ai rifiuti dei leccesi dopo il conferimento a Monteco.
Dopo la veloce soluzione dell’ultima emergenza rifiuti dello scorso week end e l’innalzamento della soglia di attenzione dei cittadini nei confronti di questo tema, ho deciso di prendere carta e penna per raccontare cosa succede veramente ai rifiuti dei leccesi dopo il conferimento. Senza tecnicismi o giri di parole inutili, in maniera diretta, per sfatare qualche falso mito che di recente si è diffuso a guisa di leggenda metropolitana in alcuni circuiti della città.
 
Per prima cosa occorre tenere presente che quasi tutti i mezzi utilizzati da Monteco sono a doppia a presa e dispongono di 2 comparti separati in modo da poter raccogliere altrettante frazioni per volta. Ecco svelato un mistero. Ecco chiarito un dubbio atroce che qualcuno ha da tempo. Avendo 2 bocche di carico ogni camion può abbinare materiali differenti garantendone la separazione durante il trasporto fino al Centro Comprensionale (C.C.) Sud Gas di Campi Salentina. 
E’ qui che il ciclo virtuoso dei nostri rifiuti entra nel vivo con una prima selezione del materiale differenziato che avviene in due fasi, una prima meccanica ed una seconda manuale. I nostri rifiuti, a questo punto, dopo essere stati setacciati e depurati da residui e impurità, vengono compressi in balle separate per tipologia di frazione e avviati presso i Centri di Selezione Secondari (C.S.S.) individuati dai Consorzi Nazionali di Filiera. Plastica, carta, acciaio, alluminio, vetro e legno, quindi, con l’ausilio rispettivamente dei consorzi COREPLA, COMIECO, CONAI, CIAL, COREVE e RILEGNO vengono sottoposti ad una seconda selezione detta selezione “spinta”, funzionale al riutilizzo dei materiali recuperati da parte delle industrie manifatturiere. E’ in questi centri di selezione secondaria che arriva la valutazione qualitativa sulla raccolta differenziata effettuata dai cittadini ed è sempre qui che si definisce la quotazione economica e la conseguente definizione del prezzo dei materiali che verrà pagato al Comune dopo la loro vendita attraverso gli stessi consorzi nazionali. Questo, in definitiva, è il momento più delicato di tutto il ciclo: il momento della verità! Se la nostra raccolta differenziata è stata fatta con cura e con una minima attenzione da parte di tutti noi allora verrà assegnato un buon prezzo ai nostri rifiuti differenziati. Se invece la raccolta è stata fatta con pigrizia e superficialità il rischio è quello di dover pagare per lo smaltimento dei materiali in quanto inutilizzabili da parte di fabbriche e industrie di produzione. Ci si gioca tutto in questa fase. Qui si capisce se quanto si è seminato ha dato frutti o meno, se la città ha deciso o no di andare verso un futuro di sostenibilità condivisa in cui i rifiuti urbani diventano paradossalmente una risorsa capace di abbattere i costi necessari alla gestione del loro stesso ciclo. Un futuro in cui potrebbero crollare le tasse sui rifiuti. E tutto ciò non è utopia. Vi faccio un esempio emblematico: durante le scorse settimane l’Amministrazione Comunale ha incassato ben 500 mila euro dal CONAI attraverso la vendita dell’acciaio recuperato negli ultimi mesi con la nostra raccolta differenziata. Si tratta di una bella cifra che ci fa ben sperare per il futuro e della quale oggi ne vado orgoglioso come primo importante risultato empirico del nuovo sistema porta a porta. 
Un’altra strada è invece quella che prendono i nostri rifiuti umidi, l’organico. Questa frazione, a differenza di plastica, carta, acciaio, alluminio, vetro e legno viene infatti destinata immediatamente agli impianti di compostaggio presenti sul territorio ed individuati attraverso procedure di gara espletate volta per volta per determinati periodi di riferimento. Il compost ottenuto, poi, oltre a rappresentare un grande quantitativo di materiale sottratto alle discariche, viene rivenduto come concime per le attività agricole o sfruttato dal comparto floro-vivaistico.
Ultima frazione, l’indifferenziato, così detto secco residuo, infine, segue un altro percorso ancora. Dopo essere stato asciugato e biostabilizzato presso la piattaforma di Cavallino Ambiente e Sviluppo viene inviato alla tradizionale discarica che, nel nostro caso, è quella di Statte (TA), gestita da CISA S.p.A.,la quale incamera dal comune una determinata tariffa per tonnellata di rifiuti conferita. Appare ovvio, quindi, che più si differenzia, più questa frazione diminuisce e più si risparmia nel conferimento in discarica.
In definitiva, per concludere, occorre tenere sempre presente che ciò che conta più di ogni altra cosa è il livello alto di qualità della nostra raccolta differenziata, unico parametro in grado di trasformare i nostri rifiuti in una risorsa economica e capace di abbattere la pressione fiscale inerente. Ma, di contro, un basso livello qualitativo può invece portare un aggravio economico sul ciclo producendo un innalzamento delle tasse imposte a noi cittadini.
 Andrea Guido
Riclico
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