venerdì, Marzo 29, 2024
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“CHI SEMINA UTOPIA RACCOGLIE REALTÀ”: RACCOLTA FONDI PER IL PRIMO MULINO DI COMUNITÀ DELLA PUGLIA

“CHI SEMINA UTOPIA RACCOGLIE REALTÀ”: RACCOLTA FONDI PER IL PRIMO MULINO DI COMUNITÀ DELLA PUGLIA

Nascerà a Castiglione d’Otranto il primo Mulino di comunità della Puglia. Questa mattina il lancio della raccolta fondi che permetterà la realizzazione di un mulino con macine in pietra, per garantire a tutti la lavorazione di qualità dei cereali antichi per ottenere farine sane. Dietro il progetto, una sfida: dare a giovani contadini l’opportunità di reinventare dal basso, e collettivamente, le sorti di un pezzo di territorio.

Nasce per questo la campagna di raccolta fondi “Il mulino di comunità”, il cui lancio è stato questa mattina a Castiglione d’Otranto, in zona Curteddhra, su via Vecchia Lecce (sede del Vivaio della Biodiversità), durante la quarta edizione di “Chi semina utopia raccoglie realtà”, la semina collettiva di cereali.

L’iniziativa è voluta dall’associazione Casa delle Agriculture Tullia e Gino, che da anni si occupa di riconversione in agricoltura naturale di terreni abbandonati, ceduti in comodato d’uso gratuito. A sostenere la campagna è un’intera rete fatta di associazioni e piccoli produttori, coordinati da SalentoKm0, oltre che di semplici cittadini.

L’obiettivo economico da raggiungere è ambizioso: 47.700 euro. Non si parte da zero: al momento, sono già stati raccolti 8mila euro.

Chi semina utopia raccoglie realtà

Per il quarto anno, si ripete il rito della semina collettiva dei cereali antichi, che si articolerà in due giornate, che godono del patrocinio dei Comuni di Andrano e Spongano.

Ieri, sabato 12 novembre, a Spongano l’associazione PresentèFuturo, proseguendo nel suo impegno di insegnare ai più piccoli l’approccio sui campi, ha accolto nel fondo Cetre, in zona More, gli alunni di terza elementare, guidati dagli agricoltori Donato Stefanelli e Filippo Paiano, che hanno seminato su filare varietà di grano antico e moderno, per capire a fondo le differenze colturali e nutrizionali.
Un appuntamento che si è ripetuto questa mattina, domenica 13 novembre, dove grandi e piccini hanno ripetuto l’esperienza, seminando con la tecnica a spaglio i grani Senatore Cappelli, Gentil Rosso, Saragolla, Maiorca, Miscuglio Ceccarelli, oltre al farro monococco e dicocco.

Presentata poi la campagna “Il mulino di comunità – L’altra economia”, con un dialogo tra Angelo Salento, docente di Sociologia economica e del lavoro dell’Università del Salento; Francesca Casaluci, responsabile SalentoKm0; Donato Nuzzo, presidente Casa delle Agriculture Tullia e Gino. Seguiranno il pranzo del contadino e il concerto live di Alice Rolli (l’evento si terrà anche in caso di pioggia).

Il mulino di comunità
Il mulino di comunità è la sfida che serve a chiude e rilanciare il ciclo di produzione e trasformazione di qualità dei cerali antichi nel Salento. Solo a Castiglione d’Otranto, Casa delle Agriculture ha sottratto all’abbandono 15 ettari, coltivati a farro, orzo e grani, oltre che a canapa e ortaggi, con metodi rigorosamente naturali. Ma ovunque, ormai, spighe considerate scomparse fino a qualche anno fa hanno ripreso a spuntare, grazie all’impegno di contadini lungimiranti. Tuttavia, l’assenza di un mulino collettivo, che sia punto di riferimento per tutti con equità di accesso, rappresenta un limite che rischia di inficiare lo sforzo della produzione. La gestione sarà affidata ad un’azienda agricola di nuova costituzione, braccio operativo dell’associazione. Questo consente di creare, oltre a un servizio a costi sociali, anche opportunità di lavoro per giovani che hanno scelto di restare o tornare nella propria terra.

L’investimento sulla salute
Non ha senso produrre cereali antichi se non si hanno gli strumenti per macinarli come si deve. Eppure, a questa operazione è collegata la risposta a molte patologie sempre più diffuse, celiachia in primis.

I mulini a pietra, quasi completamente scomparsi sul territorio, sono l’unica alternativa per la produzione di farine di notevole pregio, poiché questo tipo di macinazione permette di conservare il germe, la parte più nobile del seme. Al contrario del metodo industriale, che lavora maggiori quantità di grano ma raffina, surriscalda e quindi impoverisce le farine di vitamine e proteine, l’approccio dolce delle mole al grano consente di rispettare maggiormente le caratteristiche fisiche e chimiche delle granaglie, consegnando farine meno fini, ma più ricche di vitamine, oli, enzimi, sali minerali.

I costi e le prospettive
Casa delle Agriculture ha provveduto a richiedere preventivi ad aziende specializzate (si vedano le schede allegate). I migliori hanno questi importi: 25.350 euro per mulino con macine a pietra (ditta Osttiroler Getreidemühlen, resa 100/140 kg/h), completo di macchina setacciatrice e trasporto pneumatico farina; oltre a 12.350 euro per impianto completo di decorticatura dei cereali (300-800 kg/h). A queste somme vanno aggiunti circa 10mila euro per la messa a norma del locale da 60mq con bagno, impianti elettrici e idraulici. La sede del mulino, anche questa concessa in comodato d’uso gratuito da un attivista, è nel cuore rurale di Castiglione, accanto alla cripta dello Spirito Santo e alla chiesetta della Maddalena, luogo storico in cui, ogni 22 luglio, in occasione della fiera, veniva fissato il prezzo dei cereali per tutto il circondario. Il totale da raggiungere è dunque di 47.700 euro.

Il conto corrente su cui poter effettuare le donazioni ha questo codice Iban: IT47 E033 5967 6845 1070 0191 234.

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