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Charlotte Salomon e tutte le donne vittime della Shoah

La serata del 26 gennaio 2020 presso la Fondazione Palmieri di Lecce in Vicolo Sotteranei a partire dalle ore 18,00 in occasione anche quest’anno della celebrazione della Giornata della Memoria, vede l’Associazione Horah, organizzare un’azione culturale dedicata a Charlotte Salomon artista pittrice ebrea tedesca vittima dell’olocausto nel campo di concentramento di Auschwitz il 10 ottobre 1943, e a “Tutte le Donne vittime della Shoah”. Evento organizzato in collaborazione con Fondazione Palmieri e Associazione Horah di Lecce e in partenariato con I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

La Professoressa Maddalena Castegnaro responsabile del Presidio del libro-archivio del “libro dell’artista “Verbamanent” di Sannicola di Lecce, tratterà il profilo umano e artistico dell’Artista che ha lasciato tracce evidenti del suo trascorso di deportata. Si leggeranno brani del celebre “Diario” di Anna Frank, a cura della Professoressa Tonina Mirto docente presso l’Istituto “Calasso” di Lecce, che tratterà il profilo introspettivo della giovane scrittrice tedesca anche lei deportata e uccisa nel Campo di Concentramento di Bergen Belsen nel febbraio del 1945. Di seguito, si aprirà un dibattito su negazioni e leggi razziali, con l’obiettivo di evidenziare orrori ed omissioni che non solo non fanno parte del passato, ma che a tutt’oggi continuano a essere oggetto di infamanti considerazioni sul popolo ebraico e la loro terribile storia nel secondo conflitto mondiale, oltre che nella deriva contemporanea sempre più sorda ad alcune questioni storiche.  Sono previsti gli interventi di Grazia Piscopo Presidente dell’Associazione Horah e di Fabrizio Lelli Docente Unisalento e Direttore Museo Ebraico (Jewish Museum) Lecce.

“Il talento di Charlotte Salomon, giovane artista ebrea berlinese, prende forma durante il nazismo. La sua vicenda artistica si concentra in una sola opera Vita? o teatro?, una raccolta di circa ottocento immagini con cui l’autrice ripercorre la propria vita, in uno stile che fa incontrare la pittura con il fumetto e il cinema. L’opera si conclude poco prima che l’autrice venga prelevata dalle SS ed “eliminata”, ventiseienne, ad Auschwitz. Charlotte narra di se stessa e della sua famiglia ricorrendo contemporaneamente alla illustrazione, alla scrittura poetico filosofica e al commento musicale. Il linguaggio, all’epoca assolutamente inedito, varia a seconda del soggetto trattato; la continua metamorfosi stilistica è testimoniata da centinaia di fogli che toccano in modo diretto o metaforico le esperienze salienti della formazione affettiva e culturale della pittrice. (Lidia Piras su Enciclopedia delle donne)

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