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Cataldi denuncia: carenza personale nella Asl

L’assistenza sanitaria nella Asl di Lecce è al collasso. La denuncia del segretario della Cgil-Funzione pubblica Silvio Cataldi.

ASL LecceIn una lettera aperta inviata ieri alla direzione della Asl e all’assessore regionale Pentassuglia, Silvio Cataldi segretario provinciale di Cgil-sanità denuncia l’eccessivo carico di lavoro che grava sul personale medico e infermieristico degli ospedali della Asl leccese, causato dalla gravissima carenza di personale di supporto e ausiliario (infermieri, tecnici e Operatori socio-sanitari).

Cataldi denuncia la scarsa sensibilità dimostrata dai manager che si sono succeduti, che hanno portato in molti casi a carenze organizzative che hanno obbligato il personale a rinunciare alle ferie e a situazioni medico-legali (operatori chiamati in giudizio) dipendenti invece da una precarietà organizzativa di reparto. Il segretario Cgil richiama l’attenzione sui numerosissimi ricoveri di pazienti extra locati, soprattutto nei reparti di Geriatria, Medicina e Pneumologia. E a titolo di esempio segnala che «negli ospedali di Casarano e Copertino i pazienti extra locati risultano essere stati circa 300. Una situazione – dice – analoga a molti altri ospedali; primo fra tutti il  “Vito Fazzi”, dove ogni giorno si assiste a situazioni emergenziali».

Cataldi è convinto che l’extra locazione dei pazienti non è «un episodio epidemiologico emergenziale (come la sindrome influenzale), quanto piuttosto una carenza organizzativa, ma anche strutturale di posti letto. Per cui – sostiene – sarebbe opportuno che il management si facesse carico una volta per tutte di affrontare tale situazione, convocando un apposito tavolo di confronto come peraltro già richiesto».

Lo scarso personale in servizio, lamenta Cataldi –  è costretto a svolgere spesso attività non inerenti alla qualifica rivestita. E questo influenza negativamente la qualità delle prestazioni erogate, acuendo tra l’altro il rischio clinico per il personale e possibili risvolti medico-legali.

E a proposito degli infermieri che sono utilizzati negli uffici anziché in corsia, di cui si è parlato nei giorni scorsi, Cataldi, sapendo che molti di loro hanno delle limitazioni funzionali,  suggerisce al direttore Gorgoni di acquistare gli ausili per lo spostamento di carichi, «per far si che i lavoratori, con limitazioni, possano continuare, senza conseguenze sulla salute, a svolgere la loro attività nei reparti, espletando le mansioni proprie, per garantire un servizio di qualità».

Per il sindacalista della Cgil non è più rinviabile una puntale verifica in tutte le strutture sanitarie insistenti sul territorio. Strutture che, secondo un censimento fatto dalla stessa direzione aziendale, sarebbero circa 150. Da anni – lamenta il segretario Cgil – è un susseguirsi di impegni e buoni propositi annunciati dalle direzioni generali di turno, ma che da soli non bastano a superare le cicliche criticità. In conclusione Cataldi mette a disposizione della Asl l’organizzazione sindacale per superare le criticità e per razionalizzare le risorse umane, che a volte – dice – sono inutili doppioni di attività rese dai distretti o dai dipartimenti e chiede al direttore generale Gorgoni se «intende proseguire su quella stessa scia o pensa di affrontare e risolvere in modo definitivo le questioni esposte».

 

 

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