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Caso Lupiae e deficit da 32 milioni, le ricette di Salvemini per salvare il Comune

Una doppia complicatissima crisi quella del Comune di Lecce: da una parte la questione della Lupiae Servizi, con 272 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro, dall’altra lo spaventoso deficit da 32 milioni di euro, evidenziato a inizio agosto dalla Corte dei Conti. Due temi molto complicati quelli affrontati questa mattina in conferenza stampa dal primo cittadino Carlo Salvemini alla presenza del vicesindaco Alessandro Delli Noci.

“Dopo giorni in cui sono emerse inesattezze, falsità, accuse, ingiurie e ultimatum oggi parlo io – esordisce il sindaco – Ieri è stata depositata una delibera con la quale attraverso una variazione di bilancio stanziamo risorse per tutelare società e i suoi dipendenti per garantire una ricostituzione del capitale sociale: una decisione politica fondamentale per evitare il fallimento.

Sono già stati stanziati 750mila euro per il risanamento, in queste settimane abbiamo lavorato per trovare i 600mila euro mancanti. In una situazione di crisi occorre mostrarsi solidali – ha continuato il sindaco – ecco perché abbiamo deciso di rinunciare alle indennità per i mesi di ottobre e novembre”.

Dal calcolo, Palazzo Carafa, riuscirà a recuperare circa 210mila euro dalle indennità assessorili, 150mila dai premi per la dirigenza e dei funzionari, mentre dal fondo di riserva saranno prelevati 213mila euro a cui si aggiungeranno altri 50mila euro da altri capitoli di spesa. Un totale di 623mila euro che, insieme ai 750mila euro già accantonati ad inizio anno, daranno esattamente il monte della perdita d’esercizio, cioè 1 milione e 373mila euro.

Il secondo tema affrontato è stato quello dello spaventoso deficit del Comune di Lecce, un disavanzo stimato al 31 dicembre 2017 in circa 27 milioni di euro, ma che alla fine dell’anno potrebbe raggiungere i 32 milioni.

“La situazione comunale resta di grave allarme – dichiara Salvemini – negli ultimi 5 anni, nonostante operazioni straordinarie di risanamento di conti, sono stati utilizzati oltre 100 mln di euro per operazioni straordinarie di risanamento, ma ciononostante la situazione peggiora.”

Il piano di rientro dovrà essere approvato entro il 30 settembre. “Secondo i normali strumenti di legge la soluzione per ripianare il deficit dovrebbe essere in un anno o in 3 anni, ma è una soluzione che abbiamo escluso.

La seconda è quella prevista dall’art. 243 bis e seguenti del D.lgs. 267/2000, ‘Procedura di riequilibrio pluriennale con accesso a fondi di rotazione’. Al momento l’unica operazione possibile a legislazione vigente. Preparare una manovra di riequilibrio scandita in 15 anni, prevedibili azioni taglio della spesa e di recupero di entrata, sottoposta ad approvazione alla Corte dei Conti, che prevede verifiche semestrali, che permettere di accedere al fondo di 27 milioni da restituire a tasso 0, ma impone un aumento di tassazione al massimo che per la città di Lecce significa aumentare dell’1 per mille l’addizionale Irpef. È una misura straordinaria. A questa alternativa potrebbe aggiungersene una terza che deriva dalla proposta di emendamento al decreto ‘milleproroghe’ che ho chiesto di presentare grazie alla collaborazione dell’onorevole Boccia e al presidente Anci. Questo provvedimento se venisse approvato il 24 settembre, consentirebbe di ripianare, senza le conseguenze precedentemente evidenziate, il disavanzo entro 26 anni. Sono andato martedì a Roma per trovare la soluzione meno dolorosa e più efficace, e non per dichiarare una situazione di dissesto.

Se passerà il decreto opteremo per la soluzione dei 26 anni, ma se non passa sceglieremo l’alternativa meno dolorosa”.

“Queste proposte saranno portate venerdì in consiglio comunale. È l’esito di un lavoro lungo e complicato, siamo certi di aver fatto fino in fondo il nostro dovere e tutto il possibile”.

“Siamo convinti e fiduciosi che il consiglio comunale approverà l’opera di risanamento – ha dichiarato il vicesindaco Delli Noci – continuando in maniera decisa verso il cambio di passo di cui ha bisogno la città e la politica. Sono convinto che, oggi più che mai, in consiglio ci siano tanti uomini liberi come noi che vogliono riprendersi questa città”.

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