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Appalti truccati e ricatti sessuali, sotto inchiesta dipendenti Aqp e imprenditori salentini

Appalti truccati e ricatti sessuali, sotto inchiesta dipendenti Aqp e imprenditori salentini

Otto persone, rappresentanti Aqp e imprenditori di alcune ditte salentine, sono finiti nel registro degli indagati nell’inchiesta della Procura di Lecce per alcuni appalti che sarebbero stati assegnati prima del 2010 e mai realmente terminati. Nelle carte dell’inchiesta del sostituto procuratore Antonio Negro compare anche un caso di ricatto a sfondo sessuale che sarebbe stato subito da un’imprenditrice in cambio di una commessa.
I lavori finiti sotto la lente di ingrandimento riguardano la sostituzione di tronchi di fognatura in alcuni comuni del Sud Salento: appalti di importo inferiore ai 20mila euro e che possono essere assegnati senza gara pubblica. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato a Cosimo Damiano Anglano, 69 anni, dipendente Aqp Di Nardò, Vincenzo Arachi, 69, di Nardò, Mario Capoccello, 57enne di San Pancrazio Salentino, dipendente e ingegnere presso la ditta Icos, Antonio Gai, 40 anni, di Cavallino, dipendente Aqp, Mauro Muya, 54, di Lecce, direttore dei lavori e del servizio di Aqp, Emanuele Rizzo, 41enne di Monteroni, amministratore unico della Icos, Alessio Tundo, 36 anni di Seclì, amministratore unico della ditta Tundo srl e Michele Tundo di 63 anni di Seclì, proprietario e legale rappresentante della stessa ditta.
Le accuse contestate, a vario titolo, sono quelle di tentata concussione, favoreggiamento personale, peculato, frode nelle pubbliche forniture, falso materiale commesso da pubblico ufficiale e truffa aggravata.

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