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48 MILIONI PER DRAGAGGIO PORTI PUGLIESI

GIANNINI: “UN’OCCASIONE DA NON PERDERE” POR PUGLIA AZIONE 7.4 POTENZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE PORTUALI

L’assessore alle Infrastrutture ed alle Opere Pubbliche, Giovanni Giannini, ha illustrato questa mattina in conferenza stampa, il contenuto della delibera, approvata dalla Giunta regionale, relativa allo schema di avviso pubblico per l’accesso alle risorse europee finalizzate al dragaggio dei porti pugliesi.

48 milioni di euro per comuni e città dotati di porto ma che non siano sede di Autorità portuali come Bari, Brindisi, Manfredonia porto industriale e Taranto. Questi porti sono esclusi dall’avviso pubblico (già partito) perchè, essendo competenza del demanio statale, possono attingere ad altre forme di finanziamento.

L’avviso per la manifestazione di interesse a partecipare al bando successivo rivolto ai comuni (quali ad esempio Rodi, Peschici, Vieste Manfredonia porto commerciale, Mola, Castro, Barletta Trani, Bisceglie, Monopoli, Tricase e tanti altri), si concluderà il 30 aprile. Entro il 30 di maggio poi sarà pubblicato il successivo avviso pubblico con il quale si procederà a valutare le istanze progettuali e, di conseguenza, ammettere a finanziamento i vari interventi.

“Da decenni – ha sottolineato l’assessore Giannini in conferenza stampa – non ci si occupava di questo problema, non si faceva un’operazione del genere di dragaggio dei porti pugliesi, singolare per una regione che ha 900 chilometri di costa che va da Rodi a Gallipoli. Staim scontando un ritardo le cui ricadute sociali ed economiche sono sotto gli occhi di tutti. Porti insabbiati, intere flotte pescherecce in crisi, turismo e diportismo al palo. Questa è un’operazione che guarda sia al turismo e alle sue attività collegate che all’economia, per esempio, di chi è impegnato nella pesca. Il dragaggio infatti renderà più fruibili i porti, più navigabili le acque interne dei porti facilitando sia l’entrata che l’uscita dai porti stessi alle barche da diporto e ai pescherecci”.

Secondo Giannini “è un intervento di supporto indiretto a tutta la marineria pugliese”.

Sui progetti di sviluppo possibili poi Giannini ha detto che “nel prossimo futuro si potrà anche pensare, insieme con l’assessorato al turismo, nell’ambito del Piano strategico per il turismo, ad una crociera lungo le coste della Puglia da Rodi a Gallipoli”.

“I tempi – ha spiegato l’assessore – sono connessi alla capacità dei comuni di dotarsi dei piani regolatori (laddove non l’abbiano già fatto) prima e delle operazioni di caratterizzazione dei fondali dopo. Certo, se si facessero contemporaneamente le due operazioni, sarebbe meglio. E’ comunque una sfida contro il tempo ma è anche un’occasione da non perdere per l’utilizzo dei fondi europei”.

“Dragaggio prima di tutto – ha concluso Giannini – e poi ci concentreremo anche sulla  realizzazione delle opere a mare per la protezione dei porti al fine di evitare il ripetersi dell’insabbiamento dei porti stessi. Vorrei infine ringraziare le due Autorità di Sistema Portuale, la già costituita del Mar Ionio (ex Ap Taranto) e la costituenda del Mar adriatico Meridionale (le ex Ap di Bari, Brindisi e Manfredonia) per il supporto tecnico ed operativo che si sono resi disponibili a dare ai singoli comuni della propria area di interesse”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il direttore del Dipartimento Mobilità, Qualità urbana, Opere pubbliche, Ecologia e Paesaggio Barbara Valenzano, e il dirigente della Regione Puglia Enrico Campanile.

 NOTE SPECIFICHE SULLA DELIBERA-Con la delibera di giunta n. 373 dello scorso 21.03.2017 prende formale avvio l’attività operativa finalizzata al dragaggio dei porti pugliesi diversi da quelli attualmente sede di Autorità portuale (Bari, Taranto, Brindisi e Manfredonia) esclusi in quanto rientranti nella competenza dello Stato.

Questo provvedimento approva l’avviso pubblico di manifestazione di interesse che consentirà di avviare l’indispensabile ricognizione dei bisogni su di un settore che da decenni attende un adeguato rilancio. I comuni sono chiamati in prima istanza a compilare una scheda tecnica che ci consentirà di valutare qualitativamente e quantitativamente le dimensioni del problema e mirare con più efficacia gli interventi possibili da finanziare.

L’azione amministrativa deve da subito contraddistinguersi per chiarezza e pragmaticità, consapevoli tutti della complessità tecnica operativa alla base delle procedure autorizzative necessarie per iniziare i lavori.

E’ necessario che i Comuni si dotino, ove mancanti, dei piani regolatori ed inizino ad avviare le caratterizzazioni ambientali e la classificazione dei sedimenti dei propri porti individuando le possibili opzioni di gestione dei materiali secondo le modalità tecniche suggerite dal recente decreto ministeriale 173/2016.

Sono attività propedeutiche ed obbligatorie che rafforzano la convinzione che sviluppo economico e sostenibilità ambientale possono e, anzi, devono coesistere.

Tutte le amministrazioni che hanno la necessità di rifunzionalizzare le dotazioni infrastrutturali dei propri porti, ripristinare le originarie profondità di progetto e rilanciare il grande potenziale geografico, non devono perdere questa opportunità.

Oggi si parte dalla priorità del dragaggio dei fondali per poi concentrarsi, in una seconda fase, ad analizzare i problemi legati al potenziamento delle infrastrutture e delle attrezzature portuali, nonché alla costruzione, per i casi più eclatanti, di specifici sistemi di protezione tesi a mitigare le recidive situazioni di perdita di pescaggio dei porti.

Si tratta di un’azione, condotta secondo una condivisa strategia, nell’ambito della costituita Area Logistica Integrata di Puglia e Basilicata, tavolo di raccordo ministeriale e regionale, attraverso il quale i temi della logistica e della portualità vengono affrontati in modo strategico ed unitario.

Finalmente, in attuazione dell’art. 109 del D.Lgs 152/2006, la tanto attesa normativa nazionale che disciplina le operazioni di dragaggio delle aree portuali, risulta definita nel suo quadro tecnico-regolamentare. Un percorso di riforma atteso da anni che va nella direzione della semplificazione normativa e che favorisce l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per l’esecuzione degli interventi.

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